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  • I CALCOLI DELLA COLECISTI

    Molto frequenti soprattutto nelle donne, possono causare maldigestione, alito cattivo, o coliche biliari (dolori nella parte superiore dell’addome. I sintomi possono essere scatenati da pasti abbondanti o attività sportiva su terreni sconnessi che muovono i calcoli causando l’irritazione e la contrazione delle pareti. Alcune conseguenze più sere, necessitano un ricovero urgente in ospedale: la colecistite (infezione della cistifellea), la calcolosi del coledoco (eventualmente con colangite) e la pancreatite

    QUANDO LA CHIRURGIA?

    In caso di coliche biliari e colecistite cronica, ma anche dopo un episodio di colecistite, calcolosi della via biliare principale o pancreatite.

    Oggi l’intervento è mininvasivo (laparoscopia): con 3-4 piccole incisioni (la più grande di circa 1cm nell’ombelico) si introducono gli strumenti e una telecamera, rimuovendo la cistifellea. In alcuni casi selezionati possiamo eseguire una sola incisione nell’ombelico (vedi post “chirurgia senza cicatrici”)

    La dimissione è il giorno dopo l’intervento e la ripresa delle attività è molto rapida.

    COME SI VIVE SENZA CISTIFELLEA?

    Assolutamente come prima. Nel primo mese è consigliato evitare ancora i cibi grassi e vi possono essere alterazioni dell’alvo transitorie. Successivamente l’alimentazione è libera.

  • DURANTE LA COLONSCOPIA MI HANNO TROVATO UN POLIPO MALIGNO. COSA DEVO FARE?

    In alcuni casi l'aspetto del polipo può far sospettare già una natura maligna, ma non bisogna farsi prendere dal panico: il concetto di malignità è molto diverso dal passato: oggi si identificano con questo nome le neoplasie che se lasciate in sede evolvono negativamente. Un polipo maligno (adenocarcinoma) a differenza di quello benigno (adenoma) merita nella maggior parte dei casi un’asportazione chirurgica perché è necessario rimuovere un tratto di intestino a distanza di sicurezza e i linfonodi vicini (perché questi sono la prima “stazione” che può essere coinvolta dalle cellule tumorali).

    Pertanto nella maggior parte dei casi in cui si riscontri un tumore l’azione del chirurgo può risolvere definitivamente il problema evitando la chemioterapia se il polipo maligno è riscontrato precocemente.

    Vi sono alcuni casi particolari, soprattutto per i tumori del retto, in cui il chirurgo può richiedere prima del suo intervento l’aiuto della radioterapia e della chemioterapia, perché gli studi clinici hanno dimostrato che questo trattamento aumenta nettamente la possibilità di asportare la malattia in modo “radicale” durante l’intervento.

    In altre parole “niente panico”! C’è tutto il tempo per fare ciò che è necessario e ricorda: spesso è sufficiente l’intervento del chirurgo che per legge dovrà avvenire entro 30 giorni. Perciò hai buone possibilità che in poco più di un mese sarà tutto finito.escrizione

  • HO RICEVUTO LA LETTERA DELL’ATS PER SOTTOPORMI ALLA CAMPAGNA DI PREVENZIONE PER IL TUMORE DEL COLON-RETTO. COS’E? E’ PROPRIO NECESSARIO?

    Da diversi anni ormai le ATS (ex ASL) inviano ai residenti sopra i 50 anni di età un invito a sottoporsi al test per la ricerca del sangue occulto fecale (3 campioni). Partecipare a questa possibilità è molto importante perché una discreta quota di tumori del colon-retto provocano piccole perdite croniche di sangue non visibili ad occhio nudo. Il riscontro di una positività del test permette di individuare i cittadini che meritano di sottoporsi ad una colonscopia (esame ormai effettuato con sedazioni che permettono di non accorgersi nemmeno della sua esecuzione). Rilevare durante l'esame endoscopico alcuni polipi permette spesso la loro asportazione immediata quando ancora benigni e di piccole dimensioni. Questo è fondamentale, perché le neoplasie maligne in questo tratto di intestino derivano spesso dalla degenerazione (nel corso degli anni) di questi polipi.

    In altre parole "prevenire" il tumore del colon-retto significa sottoporsi al test di screening per sapere se è necessario eseguire una colonscopia ed asportare dei polipi prima che diventino maligni o, in caso di malignità, a uno stadio precoce in cui possa intervenire il chirurgo garantendo la guarigione senza necessità di altre terapie.